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Giovedì 4 aprile 2019 ha fatto tappa a Lodi il Lab Cafè, il tour delle 16 Fondazioni di Comunità organizzato da Fondazione Cariplo, sotto la direzione organizzativa dell’agenzia Good Point.

L’idea è quella di trovarsi periodicamente nei diversi territori per condividere buone pratiche e  far emergere temi  sui quali riflettere.

L’obiettivo: offrire alle comunità di riferimento strumenti sempre migliori e vicini alle esigenze delle persone.

I Presidenti, i Segretari Generali e alcuni operativi delle Fondazioni di comunità si sono così trovati, ed insieme hanno fatto in primis una breve passeggiata in città.

Tappa d’obbligo la splendida chiesa dell’Incoronata, dove Marina Arensi, esperta d’arte e dal 2017 Consigliera della Fondazione, ha illustrato particolari storici e culturali delle opere presenti.

I suoi aneddoti riescono sempre a catturare l’attenzione e suscitare lo stupore dei partecipanti, solleticando ulteriore curiosità.

Ci si è poi recati in Sala Granata presso l’accogliente Biblioteca civica di Lodi per l’avvio dei lavori.

La giornata si è articolata in due momenti, uno più tecnico, durante il quale si è passato in rassegna il lavoro svolto nelle edizioni precedenti, focalizzando l’attenzione sulle tematiche salienti finora affrontate e in particolare: l’attività erogativa, la raccolta fondi e il coinvolgimento di altri soggetti del territorio.

Nella seconda fase ci si è dedicati ad una condivisione operativa nel tentativo di elaborare un modello comune di erogazione.

È innanzitutto emerso che al fine di ottenere una progettazione impattante è fondamentale riuscire a fare rete con alcuni enti presenti ed attivi nel tessuto sociale locale, con modalità peculiari per ogni zona di riferimento.

Sia le imprese, che gli enti pubblici, che le piccole associazioni sono infatti attori importantissimi che possono mettere in campo competenze specifiche.

Il tutto per arrivare alla COOPROGETTAZIONE che, come ribadito anche dal codice del Terzo Settore, mira ad avere risultati positivi e concreti sulla qualità della vita delle persone, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse.

È stata necessaria una riflessione sui cambiamenti del contesto sociale per arrivare alla necessità di attuare il principio di sussidiarietà.

Valorizzare le forme di organizzazione spontanea della società civile (secondo dinamiche di natura associativa) per la gestione dei servizi da offrire alla comunità, senza frapporre ostacoli o impedimenti alla loro naturale operatività.

 

Per lavorare in SINERGIA sarà utile riconoscere problematiche emergenti e percepite dal territorio, per essere proiettati al raggiungimento di obiettivi comuni.

Il senso di appartenenza ad un territorio o ad una causa comune sarà il motore attivante delle risorse che già sono presenti all’interno dei diversi soggetti che vivono il territorio. La capacità di creare intorno a questi sentimenti, progettualità ben strutturate è un’ambizione che le Fondazioni devono perseguire.

In conclusione, e tenendo delle difficoltà economiche ed operative che le amministrazioni stanno affrontando in questo periodo storico, le Fondazioni di comunità assumono sempre più il ruolo di piattaforme impegnate ad aggregare risorse da restituire alla collettività.